smart&start: cosa devi sapere prima di partecipare

Smart & Start di Invitalia è un bando che concede finanziamenti a tasso zero per la nascita e la crescita di startup innovative, con quote di contributo a fondo perduto per le imprese localizzate nelle regioni del Sud. Abbiamo descritto tutti gli elementi più importanti in questo articolo, ma qui ci concentriamo su aspetti che spesso non sono di immediata comprensione e quindi vengono spesso sottovalutati dai founder che vogliono richiedere il finanziamento gestito da Invitalia.

La procedura e i criteri di valutazione​

Una volta inviata tramite il portale online di Invitalia, la valutazione della vostra domanda inizierà con una prima verifica, oggettiva, sui requisiti formali dell’impresa e sulla correttezza dei documenti e delle dichiarazioni trasmesse (se avete difficoltà sugli allegati ne parliamo anche in questo articolo).

Dopo la verifica sui requisiti, si passa all’esame di merito, cioè la vera e propria analisi del progetto d’impresa, che comprende un approfondimento tramite un colloquio, effettuato anche via Skype, con i soci della startup (o futuri soci, se non già costituita).
Durante il colloquio con i funzionari Invitalia, è molto importante dimostrare di conoscere a fondo tutti gli elementi descritti nel business plan trasmesso. Anche quando la scrittura della domanda viene affidata a consulenti esterni, quindi, è sempre meglio avere una collaborazione attiva e continua per assicurarsi che i contenuti rispecchino a pieno la realtà aziendale, di cui solo il team manageriale ha una conoscenza a 360°.
Attraverso l’esame del business plan e il colloquio, vengono valutati gli elementi fondamentali per la concessione del finanziamento. I principali, che presentano una soglia minima di punteggio per l’ammissione del progetto, sono:

Le competenze del team. Vengono valutate non solo le competenze complessivamente presenti nella startup, ma anche sulla struttura e le competenze manageriali delle figure-chiave.
In questo senso l’esperienza nella gestione di altri progetti (o di altre imprese) è un fattore importante, così come la coerenza tra competenze e ruoli attribuiti: il CV delle risorse umane presenti nella startup deve essere adeguato alla funzione che ricoprono nel progetto.

Il livello di innovazione. Viene valutato se il prodotto/servizio sia davvero innovativo rispetto all’offerta già esistente sul mercato. Perciò è fondamentale fare un’approfondita analisi competitiva e dello stato dell’arte, in modo da descrivere bene il vantaggio rispetto alle realtà esistenti. In questo contesto viene poi valutata anche la difendibilità dell’innovazione da parte dell’impresa, e quindi se esiste un sistema (che sia un brevetto, o accordi di riservatezza) che ne impedisca la replicabilità da parte di altri soggetti.

La sostenibilità economica e finanziaria del progetto. Viene data molta importanza anche alle proiezioni economico-finanziarie della startup, verificando la corretta quantificazione del mercato potenziale e la capacità dell’impresa di costruire un modello di business sostenibile anche dopo il finanziamento, che generi flussi di cassa sufficienti a garantire sia la restituzione dello stesso, sia il fatturato che dovrà sostenere la crescita futura.

La fattibilità tecnologica e operativa. Il piano d’impresa dev’essere adeguato agli obiettivi prefissati, soprattutto nella relazione risorse impiegate/risultati attesi. Non possono comparire degli obiettivi per cui non vengono individuate adeguate figure professionali di supporto, o alle quali non vengono poi dedicate risorse finanziarie. Anche le tempistiche devono essere in linea con la logica operativa: se il prototipo sarà sviluppato al mese 16, non potete ipotizzare di avviare i test sullo stesso dal mese 12!

La liquidità che serve per il bando Smart&Start

Con Smart&Start le imprese possono coprire i loro piani d’impresa per l’80% (o per il 90%): è un’occasione imperdibile per accelerare la fase di sviluppo e ingresso nel mercato.
E’ implicito però che la startup debba mettere “di tasca” la quota del 20% (o almeno del 10%) non coperta dal finanziamento (o trovare altre fonti di copertura). Per piani d’impresa che possono arrivare fino a 1,5 milioni di euro, si tratta di tenere a disposizione un’ampia disponibilità di cassa.
E come la maggioranza dei bandi a contribuzione pubblica, poi, non si tratta di ricevere sul conto corrente dell’azienda l’intero ammontare delle agevolazioni all’indomani della comunicazione di ammissione. Piuttosto, dal punto di vista finanziario, bisogna prestare molta attenzione alla gestione della liquidità. Vediamo quali sono i principali aspetti da tenere in considerazione:

L’avvio prima dell’ammissione. Il piano d’impresa può essere avviato dal giorno successivo alla presentazione della domanda ad Invitalia, per non rimanere “bloccati” in attesa dell’esito. Questo vuol dire anche, però, iniziare ad anticipare tutte le spese del progetto. Se l’intenzione è avviare subito il piano, la startup deve sostenere dei costi con il rischio (relativo, se il progetto rispetta tutti i requisiti) che non siano effettivamente tutti approvati.

L’IVA. L’IVA non è mai ammessa nei costi agevolabili di Smart&Start. Quando si redige il piano di spesa, si deve ricordare che la percentuale di contributo verrà calcolata solo sull’imponibile degli importi previsti. L’IVA rimarrà totalmente a carico della startup, e rappresenta un altro elemento che erode le disponibilità di cassa dell’impresa, andando ad incidere sul fabbisogno finanziario necessario per far partire il progetto.

I costi necessari, ma non ammissibili. Per il finanziamento Smart&Start sono ammessi solo i costi strettamente legati alla realizzazione degli obiettivi del progetto. Rimangono fuori, di conseguenza, una serie di spese che per la startup potrebbero essere comunque necessarie per assicurare la preparazione del prodotto/servizio al mercato. Un tipico esempio è dato dai costi del personale addetto al marketing o all’amministrazione: solo i costi per le figure tecniche sono coperti dallo Smart&Start, quindi se l’impresa ha bisogno di altro personale dovrà aggiungerlo ai costi non agevolati dal bando.

Le tempistiche di rimborso. Le erogazioni del finanziamento Smart & Start avvengono attraverso un anticipo del 40% del contributo concesso, e poi tramite presentazione di Stati di Avanzamento Lavori (SAL) da parte della startup, che prova il sostenimento delle spese e l’esecuzione delle attività del progetto. Anche qui però non si tratta di procedure automatiche: per ottenere l’anticipo, ad esempio, serve che la startup ottenga una fidejussione bancaria o assicurativa. Per i SAL, non basta presentarli per ricevere il versamento: si avvia un controllo sui documenti e sui risultati, che potrebbe comportare dei tagli oppure richieste di integrazione, che estendono le tempistiche di erogazione.

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